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Attualità venerdì 11 novembre 2016 ore 18:52

Beni Culturali: caccia all'arto scomparso

La testimonianza di un 80 enne riporta alla luce alcuni resti sepolti in Piazza Statuto. "Sono stato io a sotterrare la parte mancante della statua"



PIETRASANTA — Averlo ritrovato intatto, o per lo meno in buone condizioni, avrebbe aiutato il restauro del Monumento ai Caduti di Piazza Duomo in corso in questi mesi dopo anni di lunga attesa grazie al finanziamento dalla Fondazione Cassa Risparmio di Lucca. Ma gli scavi voluti dall’amministrazione comunale di Pietrasanta hanno solo riportato alla luce alcune parti di quel “pezzo” fondamentale e mancante che avrebbe ridato la sua naturale completezza al monumento realizzato da Abele Jacopi. Inaugurato il 14 giugno 1925 è dedicato ai caduti della prima guerra mondiale e alla fine della guerra stessa. E’ alto circa sei metri, è composto da una statua equestre centrale, simbolo della vittoria, scendendo verso il basso troviamo due soldati armati ma morenti, la lupa romana e una madre.

Mutilato da più di 70 anni, quando probabilmente in tempo di guerra un’esplosione lo aveva danneggiato, dell’arto della statua equestre centrale che stringe una fiaccola non si erano più avute notizie. Rubato, distrutto, nascosto? La storia è una storia da raccontare perché si porta dietro fascino, curiosità e nostalgia di un’infanzia post guerra. All’epoca Redento Giannecchini, oggi 80enne, era un ragazzino di 11 anni che giocava, come i suoi coetanei, sul Prado, un tempo il giardino del centro storico, oggi convertito a parcheggio. Ed è esattamente lì, in Piazza Statuto, su una delle panchine che Redento si ritrova ogni giorno con i suoi amici per scambiare due chiacchere e passare il tempo. Il segreto dell’arto della scultura era custodito nei suoi ricordi a pochi passi da dove trascorre le sue giornate. Redento lo aveva raccontato, in più occasioni, ma nessuno gli aveva dato credito. “L’arto è sotterrato in Piazza Statuto – ha confessato – Sono stato io a sotterrarlo lì dove in tempo di guerra c’era il rifugio degli americani. Finita la guerra era diventato un rifugio per le coppiette coperto con delle lastre di marmo. Ho usato l’arto della statua, che era ai piedi del monumento, per abbattere la copertura del rifugio e l’ho lasciato dentro il buco che ho poi coperto. E’ rimasto lì. Spero che lo ritrovino”. Iniziati di prima mattina, gli scavi sul lato Carrara di Piazza Statuto, a ridosso delle mura, dove era stato segnalato dal testimone la presenza del rifugio, non hanno però dato l’esito sperato da tutti. Gli scavi, seguiti dalla Sovraintendenza di Lucca, dal capo di Gabinetto, Adamo Bernardi e dal funzionario, Eugenia Bonatti, hanno riportato alla luce solo un paio di parti in marmo riconducibili all’arto scomparso. “Peccato – commenta Bernardi – ci avrebbe consentito di restaurare, con parti originali, la statua. E’ stata un’affascinante caccia al tesoro che ha riportato nel presente un pezzo di storia della nostra città. Gli scavi hanno portato alla luce anche due colonne di una panchina in marmo che saranno riutilizzate”. Il mancato ritrovamento dell’arto non consentirà di poter sostituire l’arto con un restauro in quando mancano alcuni fondamentali elementi per la riproduzione. I due resti dell’arto della statua finiranno invece al Museo dei Bozzetti a testimonianza di una storia incredibile. Ritrovato anche un elmetto tedesco.


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