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Attualità martedì 07 ottobre 2014 ore 19:55

Nozze gay, Alfano dice no, la Toscana insorge

Una circolare del ministro dell'Interno vieta la trascrizione dei matrimoni omosessuali celebrati all'estero. Ma molti sindaci toscani non ci stanno



TOSCANA — Partendo da Empoli a Grosseto i sindaci della Toscana si ribellano al diktat arrivato dal Ministro Alfano e ribadito dal Prefetto di Firenze, Luigi Varratta, che vieta la trascrizione dei matrimoni omosessuali celebrati all'estero nei registri civili dei Comuni.

Il primo a sollevarsi contro la decisione del Viminale è stato Emiliano Bonifazi, sindaco di Grosseto, che il 14 aprile scorso ha dato mandato agli uffici dello stato civile di registrare il matrimonio celebrato da una coppia omosessuale negli Stati Uniti. Una scelta obbligata, visto che a imporre la registrazione dell'unione tra i due uomini era stato nientemeno che un giudice del Tribunale di Grosseto.

"Per questo - ha detto Bonifazi, la circolare annunciata dal ministro Alfano mi lascia abbastanza perplesso, non tanto per il merito della questione quanto perché è in aperto contrasto con una sentenza della magistratura". Secondo il primo cittadino di Grosseto il rischio è che questa circolare "invece di fare chiarezza in una materia non normata dal Parlamento e dalle leggi italiane, crei ulteriori difficoltà ai Comuni, che materialmente si trovano a dover gestire casi di questo genere in un quadro normativo incerto e contraddittorio".

Un quadro contraddittorio davanti al quale si è trovata il sindaco di Empoli, Brenda Barnini, che dopo aver annunciato l'iscrizione dei matrimoni omosessuali celebrati all'estero nei registri cittadini, si è attirata l'ira del prefetto Varratta, che l'ha invitata "ad attenersi alla normativa vigente", che non prevede questa possibilità. Barnini però tira dritto: "Quando si tratta di diritti civili non arretriamo di un passo - ha detto la sindaca - Non voglio andare contro l'ordinamento italiano bensì voglio essere un sindaco che si fa guidare dall'amore verso la propria comunità, un amore rivolto a tutti, senza differenze ne' discriminazioni".
Barnini, che ha sottolineato la necessità di una normativa nazionale che regoli una questione che, parole sue, "non può più essere sottovalutata", ha ricordato che "il prefetto potrà immediatamente revocare il mio decreto" quando vorrà farlo visto che in materia di registri anagrafici e civili ha un potere superiore al sindaco stesso.

Per quanto dimissionario, anche il vicesindaco di Viareggio Gian Marco Romanini, che recentemente si è sottoposto a un intervento  chirurgico per cambiare sesso da donna a uomo dopo il via libera del Tribunale, condanna la decisione del ministro Alfano.

''Registrare il matrimonio è un bisogno primario per le coppie - ha detto Romanini - evitarlo significa non rispettare i diritti basilari di uomini e donne che non si possono mandare sempre all'estero''. ''Il Comune di Viareggio è talmente all'avanguardia che è stato il primo, in Italia, a lavorare sul turismo per le coppie omosessuali, e non dal punto di vista imprenditoriale ma per garantire loro l'uguaglianza - ha ricordato l'ex vicesindaco - In Toscana c'è il secondo consultorio transgenere d'Italia. E se qualcuno ha bisogno, le porte del nostro comune sono sempre aperte''.

Nel frattempo il fronte critico nei confronti di Alfano si allarga. La presidente di Anci Toscana e sindaco di Sesto Fiorentino, Sara Biagiotti, pur affermando di volersi adeguare alla normativa nazionale, ha anche sottolineato "la necessità di uno stato laico, capace di garantire i diritti civili, senza fare cittadini di serie A o di serie B". Una posizione pilatesca che non ha convinto le opposizioni in consiglio comunale, Sel in particolare, che hanno chiesto a Biagiotti "un atto di coraggio, di civiltà, di uguaglianza sostanziale più forte dei richiami alla forma del ministro Alfano", invitando il sindaco a proseguire sulla strada tracciata da Empoli, Grosseto e Bologna. Un appello al coraggio che fa il paio con quello arrivato a firma del consigliere comunale di Campi Bisenzio, Angelo Hu, che ha invitato il sindaco Emiliano Fossi ad "aprire una stagione nuova dei diritti", anche per spingere governo e parlamento a colmare un vuoto legislativo che, come ha sottolineato Bonifazi, sindaco di Grosseto, sarebbe il solo modo per "fare chiarezza e dare a tutti, cittadini, ufficiali di stato civile e Comuni, indicazioni chiare in materia".

Infine, Firenze. La scorsa settimana la commissione affari generali ha votato a maggioranza il via libera alla trascrizione nel registro civile delle unioni omosessuali celebrate oltreconfine. Ma il sindaco Dario Nardella, che qualche mese fa aveva sottolineato come la questione non fosse una priorità per l'amministrazione al momento prende tempo. Nonostante qualche assessore, come Lorenzo Perra, abbia già dichiarato pubblicamente di essere favorevole alla registrazione.


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