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Lavoro mercoledì 27 giugno 2018 ore 12:00

Turismo, tutti i numeri dello sfruttamento

Lavoratori costretti ad accettare salari più bassi, inquadramenti irregolari o al nero, vessazioni. Cgil Versilia: "Non c'è turismo senza lavoro"



VIAREGGIO — In Versilia nel 2017 sono state 118 le vertenze intentate dai lavoratori del turismo attraverso la Cgil, per varie irregolarità in ristoranti, pubblici esercizi, stabilimenti balneari. Di queste, alcune sono plurime, ossia interessano più persone impiegate dallo stesso datore di lavoro. Il 70 per cento delle vertenze si è già chiuso positivamente per i lavoratori, mentre un 30 per cento prosegue davanti al giudice del lavoro.

Fabrizio Simonetti, responsabile Cgil Versilia, e Daniela Ricchetti della Filcams hanno fatto il punto in un comunicato che potete leggere qui sotto:

"La stagione estiva è alle porte e per molti, in tutta la Versilia, è un'occasione di lavoro. Vogliamo ricordare, soprattutto ai più giovani, l'esistenza di leggi e di contratti nazionali che regolano l'attività lavorativa e che il datore di lavoro è tenuto ad applicare. I finti part time, lo straordinario “dovuto”, il mancato riposo, la malattia non pagata, norme di igiene e sicurezza non rispettate, non sono legali!

E poi c'è il lavoro svolto completamente al nero e la messa in prova non retribuita, con cui evidentemente qualche imprenditore spera di tirare alle lunghe, magari cambiando a ripetizione le persone “da valutare”.

É bene ricordare che questi casi, se denunciati, producono l'assunzione a tempo indeterminato.

Vogliamo lanciare un appello provocatorio, anche ai turisti: quando andate al bar o al ristorante, lasciate una mancia al personale perché i vostri spiccioli potrebbero essere l'unico guadagno della giornata per chi lavora in prova nel locale.

Meno diritti, retribuzioni più basse, deroga alle norme, non saranno mai fattori di crescita per l'economia di un territorio, mentre sono strumenti di intimidazione nei confronti dei lavoratori che pur di avere un impiego, sono costretti ad accettare anche ciò che va contro il proprio interesse.

Un finto part time, ad esempio, non farà maturare al lavoratore nella misura dovuta quegli istituti previsti dalla contrattazione collettiva come ferie, tredicesima, quattordicesima, permessi e Tfr (il trattamento fine rapporto). Ed influirà sull'assegno di disoccupazione, che viene calcolato sulle settimane di contribuzione, a partire da un minimo di 13 in un periodo di quattro anni.

Ogni anno la Cgil raccoglie le testimonianze di lavoratori e lavoratrici stagionali, anelli deboli di un modello economico basato sullo sfruttamento. In un noto ristorante di Forte dei Marmi una lavapiatti si è ritrovata con ustioni di secondo grado alle braccia perché è stata obbligata ad utilizzare prodotti per le pulizie fortemente urticanti in assenza di dispositivi di sicurezza. Una lavoratrice è stata licenziata dopo esser stata messa in ferie durante le quali si è vista recapitare una formale contestazione per non essersi presentata al lavoro.

A Viareggio e a Lido di Camaiore ci sono chef assunti come camerieri e a un terzo delle ore reali di lavoro: l'aggiramento delle regole e l'impoverimento del salario sono evidenti, come pure l'evasione fiscale e contributiva che si determina ai danni del singolo e della collettività. Prosegue anche la pratica degli appalti e delle esternalizzazioni dei servizi alle cooperative, soprattutto negli alberghi dove si viene pagati con tre euro a stanza pulita, ossia a cottimo. Il tempo per la pulizia delle stanze viene cronometrato e se la lavoratrice sgarra di un minuto viene ripresa a male parole.

Alcuni lavoratori ci raccontano che vengono utilizzati a chiamata e non viene garantito loro l'orario minimo stabilito. E se al bagnino viene chiesto di svolgere altre mansioni invece che sorvegliare la spiaggia, a farne le spese è anche la sicurezza dei bagnanti.

Situazioni limite, che fanno concorrenza sleale a quelle imprese che invece rispettano le regole, ma che purtroppo si inseriscono in un contesto di profonda trasformazione del mercato del lavoro, dove “la precarietà è diventata a tempo indeterminato”, secondo la definizione data dall'ultimo Focus Economia di Cgil-Ires Toscana uscito poche settimane fa. Basti pensare alla giungla di tipologie di contratti che vengono utilizzati: gli interinali, a chiamata, per il weekend.

Il turismo è vitale per l'economia del nostro territorio e necessita di attenzione, risorse, programmazione, legalità. Un lavoro di qualità significa qualità dello sviluppo e dell'offerta di servizi. È necessario un corposo e capillare controllo da parte degli istituti ispettivi, col coinvolgimento delle associazioni di categoria datoriali verso un obiettivo comune, perché le imprese vanno richiamate al senso di responsabilità sociale che ancora non è diffuso. Come riporta la campagna nazionale della Filcams Cgil “Non c'è turismo senza lavoro, non c'è turismo senza tutele”.


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