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Cronaca giovedì 16 settembre 2021 ore 15:16

Madre e figlia al comando del maxi giro di spaccio

Dosi consegnate a domicilio e un impiego"di copertura" per celare una fiorente attività di spaccio. Sette misure cautelari



VIAREGGIO — Scacco matto a un sodalizio dedito allo spaccio di stupefacenti, capitanato da una giovane di 25 anni che, insieme alla madre di 47 e al compagno, organizzavano e consegnano dosi a domicilio di insospettabili clienti.

L'operazione antidroga, condotta dalla polizia, si è conclusa questa mattina con l'applicazione delle misure cautelari nei confronti degli indagati. 4 persone tra i 24 e i 39 anni sono state portate in carcere. Per la 25enne sono scattati gli arresti domiciliari. Disposti anche due obblighi di dimora. Nel corso della perquisizione la polizia ha trovato e sequestrato della cocaina già suddivisa in dosi e bilancini di precisione.

Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, la giovane avrebbe effettuato diverse cessioni portando con sé i figli piccoli, un escamotage adottato per eludere eventuali controlli. Durante una conversazione captata dalla polizia la ragazza avrebbe definito il suo lavoro in una ditta una "copertura". Un altro escamotage consisteva nel trasportare piccole quantità di stupefacente per volta così da poter addurre all'uso personale in caso di controlli. Secondo quanto emerso, alcuni clienti lasciavano la tessera bancomat e gli spacciatori provvedevano a ritirare direttamente il corrispettivo dopo la cessione dello stupefacente. Inoltre, la droga e il denaro provento di spaccio venivano nascosti in una cantina non di proprietà della donna, ma messa a disposizione da terzi.

Il sodalizio si riforniva della droga da un gruppo di pusher che operavano nella Pineta di Ponente ed incassavano dalle cessioni circa 1500 euro al giorno.

L'attività di spaccio non si sarebbe fermata neanche durante il lockdown. La donna avrebbe infatti continuato ad effettuare le consegne scrivendo sull'autocertificazione di recarsi al cimitero per fare visita ai suoi cari defunti. Nel corso dell’attività d’indagine sarebbero anche emerse intimidazioni nei confronti di clienti che avevano accumulato debiti nei confronti degli spacciatori.


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