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A picco l'abbattimento di cinghiali

E' allarme tra gli agricoltori per il crollo del 66% con contrazione nell'attività di contenimento dei capi. E' la percentuale più alta della regione

Crollano del 66% gli abbattimenti di cinghiali nella provincia di Lucca: l'allarme arriva da Coldiretti lucchese che espone per il territorio di riferimento dell'ambito territoriale di caccia (Atc) 12 - Lucca e Piana, Media Valle e Garfagnana, Versilia - la contrazione più significativa della Toscana che registra una flessione media regionale del -48%. "In tempo di Covid-19, approfittando dello stop alla caccia, la fauna selvatica è diventata sempre più padrona di boschi e campagne. Le limitazioni agli spostamenti - afferma l'associazione degli agricoltori - ha drasticamente ridotto l’attività di contenimento facendo mancare a bilancio 2.168 abbattimenti". 

L'occasione per una riflessione sul dato da parte di Coldiretti Lucca è la diffusione del bollettino degli Atc della Toscana con quasi 16.784 cinghiali in meno abbattuti da ottobre a dicembre 2020. “Le campagne – spiega Andrea Elmi, presidente Coldiretti Lucca - sono in balia dei cinghiali che nel frattempo hanno continuato a proliferare e scorrazzare provocando danni alle nostre colture e dalle nostre aziende". 

Il richiamo di Coldiretti è a "un impegno forte e condiviso di tutte le parti coinvolte per trovare una soluzione definitiva al problema, continuando nello sforzo che stiamo portando avanti con l’assessorato, anche autorizzando le battute perse nel lockdown nel prossimo febbraio, con un’assunzione di responsabilità di tutto il sistema senza che prevalgano interessi di parte”.

Il raffronto tra il 2019 ed il 2020 relativamente ai mesi di ottobre, novembre e dicembre dipinge una situazione ben al di sotto le aspettative del piano di abbattimenti dell’Atc 12: “Prendendo a riferimento lo stesso periodo – conclude Elmi – balza agli occhi un dato: sono stati prelevati 2.168 cinghiali in meno rispetto alle previsione. Il meccanismo di contenimento è completamente saltato e a farne le spese sono solo le aziende agricole”.