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Stop asporto dopo le 18, Confesercenti non ci sta

L'associazione di categoria e Fiepet si fanno portavoce delle istanze di bar ed enoteche: "Divieto iniquo, faremo di tutto per modificarlo"

“E’ impensabile che fino al 5 marzo non sia possibile comprare una torta in una pasticceria o una bottiglia di vino in una enoteca dopo le 18, quando gli stessi prodotti si comprano regolarmente in un supermercato o addirittura in un minimarket". Lo scrive in una nota Fiepet Toscana Nord, il sindacato dei pubblici esercizi di Confesercenti, all’indomani dell’entrata in vigore delle nuove restrizioni anti-covid.

Secondo il sindacato "Il divieto introdotto nel nuovo decreto riservato a bar e enoteche - si legge nella nota- è gravemente iniquo" e annuncia: "Faremo di tutto per modificarlo”.

Il nuovo Dpcm dispone il divieto di asporto dopo le 18 “Non solo alle imprese di somministrazione senza cucina come bar, caffetterie e simili – spiega il coordinatore di Fiepet Adriano Rapaioli – ma anche i negozi specializzati in bevande, come le enoteche, dove non è prevista alcuna consumazione sul posto. Un divieto quasi da proibizionismo, se non fosse che è limitato solo a pubblici esercizi e negozi specializzati: minimarket e grande distribuzione potranno infatti continuare tranquillamente a vendere bevande, anche alcoliche”. 

La ratio del provvedimento è quella di impedire gli assembramenti davanti ai locali come avvenuto nello scorso fine settimana. “Si è scelto la strada più facile, quella cioè di chiudere i locali - aggiunge Rapaioli- Si colpisce l’asporto per colpire gli assembramenti, che comunque continueranno anche con i bar e le enoteche chiuse per decreto. Come se gli assembramenti fossero causati dai titolari degli esercizi, quando si tratta evidentemente di fenomeni esterni ai locali stessi e quindi da gestire da parte delle forze dell’ordine applicando le norme già presenti. Al limite si poteva pensare ad un semplice divieto di vendita di bevande dopo le 18, esteso a tutti gli esercizi. Questo non toglie che sia giusto, se viene ravvisato un abuso, punire i locali che non rispettano le regole. Noi siamo sempre per il totale rispetto delle norme e condanniamo quei furbetti che alla fine fanno concorrenza sleale nei confronti della maggioranza che pur non condividendoli applica i divieti previsti”. 

“Noi come sempre - conclude la nota di Fiepet- agiamo nelle sedi opportune lasciando ad altri sterili proteste. Per questo i nostri vertici nazionali incontreranno il governo per correggere una evidente stortura che danneggia le attività senza risolvere il problema assembramenti. A questo si aggiunge l’incertezza che, come al solito, accompagna e precede i procedimenti restrittivi. Le imprese sono ormai all'esasperazione: è inaccettabile che non sappiano ancora se e in che modi potranno svolgere la propria attività, hanno bisogno di chiarezza per programmare l’attività. Bisogna cambiare metodo, così non funziona".