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81 anni fa l'eccidio di Sant'Anna di Stazzema

Autorità e cittadini hanno partecipato alla commemorazione in ricordo delle 560 vittime della strage. Il messaggio del presidente Mattarella

Una folla di autorità, cittadini e ragazzi, hanno partecipato questa mattina all’81esimo anniversario della strage di Sant’Anna di Stazzema. Era il 12 Agosto 1944: i soldati delle SS, con il supporto dei fascisti della zona, circondarono la vallata e trucidarono 560 persone tra adulti e bambini.

La cerimonia in memoria delle vittime si è svolta davanti alla chiesa del Parco nazionale della Pace.  "La Repubblica - ha sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio diffuso nel giorno dell'anniversario- riconosce in questo luogo di martirio, in questo sacrario civile, una delle sue più profonde radici".

Tra i presenti il sindaco di Stazzema Maurizio Verona e la sindaca di Genova Silvia Salis. Intervenuti da Col di Cava anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna Umberto Mancini e i ragazzi italiani e tedeschi della nona edizione del Campo della Pace. La cerimonia si è conclusa con il canto dell’Inno di Mameli intonato dai bambini del coro delle voci del Pucciniano di Torre del Lago.

Alla conclusione della cerimonia, alla Fabbrica dei Diritti, è stata inaugurata la mostra “Serafino Beconi, Sant’Anna di Stazzema – La Strage”, in occasione del centenario della nascita dell’artista. L’esposizione sarà visitabile dal 12 al 31 agosto la domenica e su prenotazione.

Il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

"Il 12 agosto del 1944 si compì a Sant’Anna e nelle frazioni di Stazzema un eccidio tra i più sanguinosi ed efferati della Seconda Guerra Mondiale.
Oltre cinquecento persone – donne, anziani, sfollati, tanti bambini – vennero trucidate senza alcuna pietà e molti dei loro corpi accatastati e bruciati.
Uno spaventoso calvario, divenuto simbolo degli orrori delle guerre, della logica di annientamento delle SS, delle disonorevoli ed esecrabili complicità fasciste.
La Repubblica riconosce in questo luogo di martirio, in questo sacrario civile, una delle sue più profonde radici.
Dall’abisso del dolore e della sofferenza la comunità di Stazzema e, con essa, l’Italia intera, hanno trovato le forze per riscattare la disumanità degli oppressori, per edificare su basi nuove la dignità delle persone, la libertà per tutti, la democrazia, la pace.
La memoria è la condizione che tiene unite le generazioni nel progredire dell’identità di un popolo, tiene vigili le coscienze perché violenza, odio, volontà di dominio non abbiano a prevalere.
Oggi le guerre tornano a gettare le loro ombre spettrali, con la ferocia che la storia già ci aveva mostrato e che speravamo per sempre dissolta.
L’eccidio di Stazzema, la ferita indelebile impressa nella nostra storia, rappresenta un pungolo per richiamare alla responsabilità di respingere la violenza dell’uomo contro l’uomo, per costruire convivenza, rispetto del diritto fra eguali.
La centralità della persona umana e il valore della comunità in cui vive sono il lascito esigente di chi ha vissuto gli orrori e lavora per ricostruire".