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La riabilitazione cerebrale? È un gioco da ragazzi

Al via la sperimentazione del progetto Telos, in cui la realtà virtuale aiuta i bambini con paralisi cerebrale. Come in un videogame

La riabilitazione dopo la paralisi cerebrale? Per i bambini sarà un gioco da ragazzi. Grazie alla realtà virtuale, il progetto Telos consentirà ai piccoli pazienti colpiti da paralisi cerebrale infantile di entrare in contatto con stimoli multisensoriali nella modalità di un videogioco immersivo. 

Il progetto - finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito del Bando ricerca salute 2018 e che coinvolge Scuola Superiore Sant’Anna, Cnr, Azienda ospedaliero-universitaria pisana, Asl Toscana nord ovest e Istituto Irccs De Bellis di Castellana Grotte - entra ora nella sua fase di sperimentazione clinica in alcuni ospedali della Toscana.

Nell'ospedale di Cisanello a Pisa, la sperimentazione sarà avviata nella sezione dipartimentale di riabilitazione neurocognitiva dell’età evolutiva del Dipartimento materno-infantile. Nella Asl Toscana nord ovest, invece, la sperimentazione è avviata nel reparto di Medicina riabilitativa dell’ospedale Versilia.

Gli esercizi riabilitativi, indirizzati a promuovere il miglioramento delle capacità manuali e dell’equilibrio, verranno svolti in forma di videogioco tramite i cosiddetti serious games ed eseguiti in realtà virtuale immersiva, con tecnologie sviluppate dai laboratori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (Istituto di Intelligenza meccanica), coordinatrice del progetto. 

L’immersione virtuale consentirà ai bambini di partecipare ad un’esperienza di gioco multisensoriale con stimoli visivi e uditivi percepiti a 360 gradi e stimoli tattili percepiti attraverso attuatori indossabili per richiamare le azioni di presa e manipolazione.

L’ambiente virtuale, l’aspetto ludico, la variabilità degli esercizi, la progressione per tappe successive sono motivanti e gratificanti per i piccoli pazienti. Per contro, proprio sempre l’ambiente virtuale consente di misurare oggettivamente le prestazioni dei bambini nelle azioni richieste e, di conseguenza, di monitorarne fedelmente i progressi nel corso della terapia. 

Il plus, alla luce della situazione pandemica, è la prospettiva di proporre questo metodo riabilitativo anche a domicilio del paziente, in uno scenario di monitoraggio, controllo e supervisione anche da remoto con la telemedicina.