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Il caro bollette taglia la produzione di Stelle di Natale

La pianta tradizionale delle festività accusa il colpo assestato alle aziende florovivaistiche toscane dalle congiunture economiche ed energetiche

Costi alle stelle per riscaldare le serre

Rincari energetici con alto impatto sul ciclo di coltivazione, e così quest'anno la produzione delle Stelle di Natale si prepara a un calo del 10-15%. La stima è di Coldiretti Toscana che tuttavia tranquillizza: la pianta simbolo di festa non mancherà nelle case dei toscani.

L’autunno più caldo degli ultimi 70 anni in Toscana ha infatti permesso di ridurre le ore e le temperature di accensione dei riscaldamenti nelle serre, dove sono necessari tra i 15 e i 20 gradi per attivare il processo di crescita e di colorazione delle piante. 

Malgrado l’inaspettato aiuto del meteo tuttavia l’incidenza dei costi di produzione, dal concime ai vasi fino alla plastica, resta altissima: oltre il 50% in più rispetto rispetto a un anno fa. Conseguenza: l'incertezza dei costi energetici ha determinato il calo di produzione fino al 15%.

Ma la Toscana è leader nel settore: con la Versilia principale polo produttivo, qui vengono coltivati ogni anno circa 5 milioni di esemplari destinati principalmente al mercato interno. Malgrado rincari e flessione produttiva dunque ci saranno Stelle a disposizione dei toscani.

La pianta bella che fa bene

Anche perché la Stella di Natale oltre ad essere bella fa anche bene all'ambiente domestico. Proprio come il ciclamino, infatti, è un formidabile filtro naturale contro l’inquinamento indoor. A evidenziarlo è stato l’istituto per la bioeconomia del Cnr sulla base di uno studio presentato da Coldiretti Toscana, AssoFloro, Anci e Affi.

La Stella di Natale ha capacità di assorbire la formaldeide presente in colle, solventi, pavimenti, rivestimenti oltre che nelle sigarette, benzene presente nelle vernici e fumo di sigaretta e xilene prodotto da stampanti, fotocopiatrici e computer. 

Florovivaismo e costi energetici

“Il florovivaismo è tra i comparti più energivori dell’agricoltura", spiega il presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi. "Le serre sono riscaldate principalmente con bruciatori a gasolio o metano - prosegue - i cui prezzi sono impazziti: il caldo è un ingrediente indispensabile per alcune produzioni come appunto le Stelle di Natale". 

Alcuni vivai sono stati costretti a ridurre gli esemplari coltivati a causa della grande incertezza legata proprio agli imprevedibili aumenti energetici, è ancora l'analisi di Filippi, "ma anche per non uscire dal mercato e perdere quote che faticosamente si erano conquistati negli anni”.

A pesare sulle aziende florovivaistiche sono aumenti del +250% per i fertilizzanti, +110% per il gasolio, +15% per i fitosanitari contro i parassiti, +45% per i servizi di noleggio, secondo gli ultimi dati Crea. Ma gli incrementi colpiscono anche gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori (+72%) al vetro (+40%) fino alla carta (+31%). Per non dire, conclude Coldiretti, delle spese di trasporto in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma. I maggiori costi di produzione, annuncia l'associazione di categoria, saranno assorbiti per tre quarti dalle aziende florovivaistiche.