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La vendemmia parte da Pinot e Chardonnay

E' iniziata la raccolta delle uve destinate alla produzione di spumante made in Tuscany. Acini in buona salute malgrado il clima in altalena

Fra Pinot nero e Chardonnay, è partita dalla Versilia la raccolta delle prime uve della vendemmia toscana: acini belli e in buona salute per la produzione delle 'bollicine' made in Tuscany, malgrado le altalene climatiche degli ultimi mesi.

Ha preso il via così la vendemmia dell’annata 2025/2026 le cui previsioni, informa Coldiretti Toscana, sono incoraggianti: la produzione si annuncia in linea con la media degli ultimi anni, ovvero sui 2,2 milioni di ettolitri.

La prima proiezione è di Vigneto Toscana, l’associazione dei viticoltori di Coldiretti, in occasione dell’avvio della vendemmia con la raccolta dei primi grappoli di Pinot nero e Chardonnay per gli spumanti nell’azienda Il Segreto di Massarosa.

A seguire, le operazioni di raccolta di estenderanno sempre ad Agosto alle varietà Ciliegiolo, Merlot e Vermentino per poi proseguire a Settembre e Ottobre con il Sangiovese e Cabernet sauvignon, vitigni cardine della produzione vinicola toscana in particolare per vini come il Chianti Classico e il Brunello di Montalcino.

L’inizio della vendemmia cade anche in un momento delicato per il settore, con i dazi Usa che vanno a colpire il principale mercato di riferimento in valore per le cantine toscane: "La qualità sarà ancora di più la chiave su cui puntare per consolidare la presenza dei nostri vini sui mercati internazionali e intercettarne di nuovi", riflette la presidente di Coldiretti Toscana Letizia Cesani.

Le uve per ora si presentano sanissime e di grande qualità: "Elementi che ci portano a pensare che saranno in grado di darci dei vini che potranno invecchiare a lungo. Le escursioni termiche di queste ultime settimane garantiranno alla prossima annata dei buoni profumi ed una buona struttura", osserva.

Il momento più critico di questa stagione sono state le temperature bollenti di fine Giugno e inizio Luglio: "Una settimana in più a quelle temperature avrebbe compromesso un anno di lavoro e la prossima annata. In questa fase temiamo le grandinate che, come successo nel Chianti e nell’area della Vernaccia, possono essere devastanti nell’immediato, portando ad un azzeramento del raccolto e per le prossime annate visto che servono anni alle viti per riprendersi".