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L'invasione dell'inafferrabile alga verde

Ci sono voluti tre giorni di lavoro per ripulire il fosso Farabola dalla fioritura abnorme dell'alga che ha fatto temere per la qualità dell'acqua

La presenza dell'alga verde per un tratto di circa un chilometro del fosso Farabola, dall'autostrada fino a Largo Risorgimento, ha fatto scattare nei giorni scorsi i controlli dell'Arpat che alla fine, si legge in una nota del Consorzio di Bonifica Toscana Nord, ha fugato ogni dubbio sulla sua presunta tossicità. Proprio i tecnici del Consorzio, in tre giorni, sono riusciti a quel punto a eliminarla dal corso d'acqua.

Un compito non facile che ha richiesto una certa dose di arguzia a causa delle caratteristiche stesse dell'alga, particolarmente insidiosa e inafferrabile a causa della sua impalpabilità che rendeva vana ogni forma di raccolta con metodi convenzionali. Alla fine la soluzione è stata trovata grazie all'impiego di una serie di barriere per sfruttare le oscillazioni del livello del mare. In pratica è stata collocata una barriera galleggiante vicino paratoie che ha impedito lo scivolamento delle alghe al mare durante la bassa marea, mentre un'altra barriera posizionata a monte, ha evitato che le alghe tornassero indietro durante il ciclo di alta marea.

"Rimuoverla è stata un'impresa e i risultati erano tutt'altro che scontati. Ci trovavamo di fronte a un'alga unicellulare impalpabile davvero difficile da gestire - ha detto il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi - Dopo aver fatto diverse prove i nostri tecnici hanno trovato una modalità di lavoro che non arrecasse problemi all'ambiente, e, dopo aver ricevuto il via libera da parte del Comune di Viareggio e di Arpat, sono riusciti a concludere l'intervento in tre giornate."