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I balneari chiedono una legge salva spiagge

Dopo l'annuncio della probabile bocciatura dell'UE della proroga delle concessioni fino al 2020 i balneri invocano un aiuto concreto al Governo

C'e' burrasca all'orizzonte per i balneari: la proroga delle concessioni fino al 2020 decisa dal governo italiano rischia di essere bocciata. E' arrivato un primo pollice verso, infatti, dall'avvocatura generale di Lussemburgo, che nelle sue conclusioni presentate oggi ha ritenuto che la legge italiana sia contraria al diritto europeo. Perché, di fatto, crea una discriminazione tra gli operatori economici impedendo l'ingresso sul mercato ai nuovi entranti.

Il caso è da tempo sotto la lente della Commissione e poi è approdato alla Corte di Lussemburgo in seguito a due cause, intentate una in Lombardia e un'altra in Sardegna da diversi gestori. Questi avevano chiesto una proroga delle rispettive concessioni, ma le amministrazioni locali le hanno respinte. Da qui il ricorso al Tar della Lombardia e della Sardegna, che si sono rivolti alla Corte Ue. La sentenza vera e propria arriverà nell'arco dei prossimi mesi. 

"Saremo al nostro posto per la stagione estiva, nello stesso tempo, confidiamo in un po' di chiarezza e chiediamo che il Governo approvi con la massima urgenza la legge sulle spiagge". Lo ha detto Pietro Grandi, referente dei balneari di Viareggio, dopo aver appreso le conclusioni dell'avvocato della Corte Ue che va verso la bocciatura della proroga automatica della durata delle concessioni demaniali marittim

 Il rischio, spiega Grandi, è quello che i proprietari dei bagni possano svolgere la loro attività senza avere una licenza, se non c'è un chiarimento immediato con questa normativa, rischierebbero di essere 'fuorilegge'. "Si attende quindi anche una reazione da parte dei sindaci in tutta Italia, che dovranno prendere una posizione a tutela della categoria e dell'indotto".