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Attualità venerdì 14 luglio 2017 ore 14:57

Oscar dell'agricoltura per il vino d'alta quota

L'azienda vinicola Maestà della Formica si è aggiudicata il premio di Coldiretti battendo la concorrenza di 66 imprese



CAREGGINE — Vino prodotto a 1300 metri, confetture, sciroppi altro ancora sono valsi alla Maestà della Formica di Careggine l'Oscar green dell'agricoltura. L'azienda, diretta da Andrea Elmi, Gianluca Guidi e Marco Raffaelli, ha sbaragliato la concorrenza di altre 66 imprese provenienti da tutta la Regione. Quattro le realtà lucchesi che hanno partecipato a questa edizione per premio promosso da Coldiretti Giovani Impresa, che punta a valorizzare il lavoro di tanti giovani che hanno scelto per il proprio futuro l’agricoltura.

La Maestà delle Formiche vanta i più altri vigneti produttivi della Toscana.

“Da undici anni l'Oscar Green dell'agricoltura racconta una generazione di innovatori, temerari, pionieri che hanno immaginato e costruito, un percorso di crescita del nostro Paese – spiegala delegata di Giovani Impresa Lucca Elena Bacci - Lo hanno fatto partendo dalla tradizione, dalla terra, dal cibo e dalla cultura contadina per essere leader di un’impresa solidale, attenta all’ambiente e rispettosa delle comunità alle quali si rivolge”. 

Tre le aziende della provincia di Lucca arrivate ad un soffio dal premio più prestigioso: l’allevamento di pony di Elena Paolini a Seravezza, la pluripremiata azienda agricola Carmazzi di Torre del Lago specializzata nella filiera del peperoncino che rappresenta l’ingrediente principale di una linea di prodotti artigianali come pasta, biscotti, birra e molto altro, Casa Colleoni di Armanini Michele che produce olii essenziali ecosostenibili ottenuti mediante l’applicazione di metodologie produttive in disuso, rispettose dell’ambiente e della natura delle materie prime. 

“L’affermazione di Maestà della Formica, tra le giovani realtà agricole più interessante del territorio – prosegue la Bacci - significa che anche in provincia di Lucca, dalla Garfagnana alla Versilia, ci sono aziende che investono sulla tradizione, sulla storia, sulla filiera corta e sulla qualità delle produzioni. Per fortuna idee e coraggio non mancano tra i nostri giovani: solo nell’ultimo bando del piano di sviluppo rurale solo stati presentati ben 57 progetti ed i segnali dal comparto complessivamente sono in controtendenza. E’ un altro segnale di un certo dinamismo e di un crescente interesse da parte dei giovani del nostro territorio nei confronti dell’agricoltura”.


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