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Attualità martedì 31 gennaio 2017 ore 21:47

Strage, l'amarezza dei familiari delle vittime

C'è tanta amarezza dopo la prima sentenza del processo della strage del treno con lo spettro della prescrizione. Coro di vicinanza dalle istituzioni



LUCCA — Non sarà, forse, l'ultima volta che i familiari delle vittime della strage di Viareggio si ritroveranno per chiedere verità e giustizia, sono otto anni che si battono ancora e ancora, senza mai mollare senza smettere, perché loro hanno perso i loro cari quella notte che diventò arancione e squarciò il cielo in due, e divise i vivi dai morti, tra chi è rimasto e chi non c'è più.

Così stamani sono arrivati, in corteo, al polo fieristico di Lucca, dove si sono tenute tutte le udienze del processo. Sempre presenti come in tutte le occasioni dove hanno potuto, da quasi sette anni e mezzo, far sentire la loro voce, chiedere ''giustizia'' per i loro morti. 

Con Marco Piagentini e Daniela Rombi, presidente e vice presidente dell'associazione ''Il mondo che vorrei'', sono arrivati in tanti, ma alla lettura della sentenza, in pochi sono stati davvero soddisfatti. 

"Per la prima volta il sistema e le Ferrovie sono state condannate - ha detto Rombi - è stato riconosciuto che c'era un problema di sicurezza", anche se, ha aggiunto Piagentini, "questo lo sapevamo anche sette anni fa". 

Per un commento completo alla sentenza, Piagentini ha chiesto di aver pazienza fino a domani: stasera vogliono parlare con gli avvocati, perché il dispositivo non è di facile lettura, ma "dai 16 anni chiesti dai pm" per l'ex ad di Fs Mauro Moretti, "alla condanna a 7 inflitta dai giudici c''è differenza". 

Non riescono a nascondere del tutto l'amarezza che poi qualcuno, due ore dopo la lettura del dispositivo, ha voluto scrivere nel registro conservato alla ''Casina dei ricordi'' a Viareggio: "Se questa la chiamano giustizia avere condannato i vostri assassini a sette anni, mi sembra che sia stata una grande presa per il c...". 

In molti c'è già la consapevolezza che il futuro del processo, le difese hanno annunciato appello anche con parole dure (l'avvocato di Moretti, Armando D'Apote, ha parlato di ''populismo che trasuda dalla sentenza''), potrebbe riservare altre amarezze per chi ha lottato per avere giustizia.

Più pacati i rappresentanti della politica, dal sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro al consigliere regionale del Pd, Stefano Baccelli, presenti in aula con i loro gonfaloni e per i quali comunque la giornata ha segnato un importante passaggio anche per la sicurezza nel trasporto delle merci.

"Dopo quasi 8 anni emerge finalmente la verità", ha commentato anche Deborah Bergamini di Forza Italia.

"Non so se Moretti si debba dimettere, bisogna vedere che tipo di responsabilità la sentenza individuerà, si tratta di un reato colposo. C'è sicuramente un tema di sensibilità, la nomina è in scadenza, sarà la politica a dover fare questa scelta" sottolinea a ''Otto e mezzo'' su La7 il presidente dell'Anac Raffaele Cantone che poi precisa: "Sentenza populista? Penso che il giudice possa farsi influenzare in modo ridotto dall'opinione pubblica, in democrazia non si arriva a una condanna a furor di popolo. Ma aspettiamo motivazioni della sentenza". 

Sui problemi di sicurezza puntano il Movimento 5 Stelle e Fdi che tornano a chiedere le dimissioni di Moretti, ora Ad di Leonardo-Finmeccanica. "Le sentenze non si commentano, ma la sete di giustizia e di verità dei familiari delle vittime e di un'intera città ha trovato un prima risposta. La strage di Viareggio non poteva essere un evento fortuito", ha detto invece il senatore Pd Andrea Marcucci. Il problema ora è evitare la prescrizione di alcuni reati, come ricordano il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e la senatrice di Si, Alessia Petraglia. 

Cosa davvero pensano persone che hanno perso quella notte i propri cari, che da 7 anni e 7 mesi aspettano di capire perché sono morti, sarà chiaro solo domani, quando i familiari parleranno e commenteranno tutta la sentenza. Stasera vogliono ''riflettere'' ma è già chiaro che non sono molto soddisfatti.


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