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Cronaca sabato 19 dicembre 2020 ore 08:57

Prostituzione a casa, appartamenti sotto sequestro

il denaro sequestrato
Il denaro sequestrato

L'operazione condotta dalla polizia tra il capoluogo e la costa. Tra gli indagati anche un versiliese che si sarebbe prestato in cambio dello sconto



PROVINCIA DI LUCCA — Sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione con il coinvolgimento di donne cinesi, in gran parte clandestine: questa la vicenda oggetto dell'operazione condotta stamani dalla polizia di stato con perquisizioni e sequestri tra i territori comunali di Lucca, Viareggio e Pietrasanta.

Sette le perquisizioni delegate dalla procura di Lucca effettuate per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione di giovani donne cinesi. Gli investigatori della squadra mobile e del commissariato di Forte dei Marmi hanno denunciato 4 persone e sottoposto a sequestro preventivo, disposto dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Lucca, 4 appartamenti, due a Lucca uno a Pietrasanta ed uno Viareggio, dove era esercitata la prostituzione.

L’indagine è iniziata con due rami distinti, prima sui due appartamenti di Lucca, poi su quelli di Viareggio e Pietrasanta. Solo in seguito al raccordo investigativo tra i due uffici è emerso il filo comune, che ha portato i poliziotti ad identificare una donna cinese di 43 anni, residente a Lucca, dedita alla gestione e allo sfruttamento della prostituzione di sue connazionali. A coadiuvarla, un lucchese di 65 anni suo convivente. Gli investigatori hanno poi scoperto che la donna aveva delegato la gestione di ben due appartamenti di Lucca ad un connazionale di 50 anni.

Tra gli indagati un secondo italiano, un settantenne versiliese, resosi disponibile a formulare finte domande di emersione dalla condizione di clandestinità in favore di alcune ragazze, al solo scopo di godere di prestazioni sessuali ad un prezzo scontato.

Le ragazze erano pubblicizzate su un noto sito per incontri, in annunci con indicazione delle utenze da contattare. A rispondere alle chiamate era sempre la donna a capo del gruppo, che fissava il tariffario - i prezzi andavano da un minimo di 20 euro a un massimo di 80/100 per rapporti non protetti - e suggeriva al cliente l’appartamento con la ragazza immediatamente disponibile.

Sempre la donna, a fine giornata, insieme al lucchese, si recava in ciascun appartamento per riscuotere la sua parte di guadagni. In alcune circostanze i due portavano la spesa alle ragazze e le accompagnavano dal medico. Le ragazze cambiavano frequentemente e giungevano in questa provincia presumibilmente da Milano. Quelle identificate sono irregolari sul territorio nazionale. Il loro passaporto era trattenuto dalla cinese di Lucca o da un complice nel capoluogo lombardo per impedire loro di allontanarsi.

Stamattina, le perquisizioni dei quattro appartamenti sottoposti a sequestro preventivo sono state estese alle abitazioni degli indagati: a casa della cinese a capo del gruppo è stata rinvenuta, in una cassaforte, la somma in contante di 5.500 euro; a casa del connazionale suo complice, la somma di 1.550 euro in contanti era nascosta dentro il frigorifero.

La cinese indagata per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione ha beneficiato della richiesta di emersione formulata dall’italiano convivente, di cui risulta essere la badante


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