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Attualità lunedì 01 giugno 2020 ore 11:04

Da fiori di canapa birra e liquori made in Tuscany

Matteo Iannone impegnato nella coltivazione della canapa

Risultato di una ricerca dell’Università realizzata con aziende di Calci, Castelnuovo VdC e Viareggio, lo studio è pubblicato su Food Chemistry



PISA — Una birra artigianale ed un liquore aromatizzati ai fiori di canapa, due inedite bevande alcoliche ora commercializzate con marchio HempItaly. Entrambe sono il risultato di uno studio dell’Università di Pisa appena pubblicato sulla rivista scientifica Food Chemistry.

E' stato il gruppo di Biologia Farmaceutica del Dipartimento di Farmacia che ha condotto il lavoro, in collaborazione con tre realtà toscane: il Circolo Arci "La Staffetta" di Calci e il Birrificio Artigianale “Vapori di Birra” di Castelnuovo Val di Cecina per la produzione delle bevande alcoliche aromatizzate e l’Azienda Agricola Carmazzi di Viareggio per la fornitura del materiale vegetale.

“La nostra idea - ha spiegato la professoressa Luisa Pistelli, coordinatrice del gruppo di Biologia Farmaceutica - era di realizzare dei prodotti ecosostenibili in un’ottica di economia circolare grazie al riutilizzo dei fiori di canapa che sebbene siano la parte più ricca di oli essenziali della pianta non sono sfruttati e diventano scarti agricoli”.

“L’aromatizzazione con la canapa, pur arricchendo il bouquet della birra, non ha stravolto quelle che sono le classiche note di questa bevanda – ha commentato il professor Guido Flamini dell'Università di Pisa - il luppolo e la canapa, infatti, appartenendo alla stessa famiglia botanica (Cannabaceae), hanno caratteristiche aromatiche comuni. Il liquore, invece, avendo una matrice neutra, si è molto arricchito delle note balsamiche conferite dagli oli essenziali estratti dai fiori di canapa, rivelando un bouquet aromatico molto deciso e complesso”.

Le fasi di lavorazione del liquore aromatizzato alla canapa

La canapa utilizzata nella sperimentazione proviene dalle coltivazioni autorizzate in Italia con la Legge 242 del 2 dicembre 2016 che consente la coltivazione delle varietà di Cannabis sativa L. il cui contenuto di Δ9-tetraidrocannabinolo (THC) sia inferiore allo 0.2%. In particolare le due varietà impiegate sono state la Futura 75, di selezione francese, e l’Uso 31, di origine ucraina.

Oltre a Luisa Pistelli e Guido Flamini hanno collaborato allo studio per l’Università di Pisa la dottoressa Roberta Ascrizzi e la dottoressa Giulia Cinque e per la parte aziendale il dottor Matteo Iannone e Andrea Marianelli.


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