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Cronaca venerdì 23 dicembre 2022 ore 18:40

Pesce "senza traccia", maxi sequestro in Toscana

Sequestrate 4 tonnellate di pesce per 180mila euro di sanzioni nell'ambito della complessa operazione nazionale svolta dalle Capitanerie di Porto



LIVORNO — Una complessa operazione denominata “Senza Traccia” vede impegnata in queste ore la Guardia Costiera italiana sia a terra che in mare.

I primi risultati dell’operazione sono stati condivisi durante una conferenza stampa tenutasi presso la sede del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida e del Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, Ammiraglio Ispettore Capo Nicola Carlone. Presente all’evento, anche il Direttore della Direzione generale della pesca marittima e dell’acquacoltura, Riccardo Rigillo. Il dispositivo messo in campo è stato coordinato a livello nazionale dal Centro Nazionale di Controllo Pesca del Comando Generale della Guardia Costiera di Roma, e a livello territoriale dai Centri di Controllo Area Pesca delle 15 Direzioni Marittime regionali.

Anche nell’ambito della Direzione Marittima della Toscana, guidata dall’Ammiraglio Gaetano Angora, molte sono state le attività poste in essere e che hanno portato ad accertare numerose violazioni: 4 tonnellate di prodotti ittici sequestrati, 180.000 euro di sanzioni irrogate, 19 attrezzi da pesca sottoposti a sequestro e 2 esercizi commerciali chiusi per le scarse condizioni igienico sanitarie.

L’operazione a livello regionale ha visto coinvolto il personale delle Capitanerie di Porto di Livorno, Portoferraio, Viareggio e Marina di Carrara nonché degli Uffici Circondariali Marittimi di Porto Santo Stefano e Piombino per un totale di 70 militari impegnati quotidianamente.

“Anche quest’anno con l’operazione complessa Senza Traccia - ha detto l’Ammiraglio Angora riprendendo il pensiero dell’Ammiraglio Carlone - la Guardia Costiera della Toscana è impegnata per vigilare su tutta la filiera ittica, dalla produzione primaria, in particolare attraverso il controllo della pesca in mare e presso i punti di sbarco, alla lavorazione e stoccaggio, sino alle fasi finali della distribuzione e vendita, sia al consumatore finale che presso gli esercizi di ristorazione o i centri di distribuzione. L’obiettivo è quello di tutelare non solo la risorsa ittica e i consumatori ma ugualmente il comparto pesca, che svolge professionalmente e lecitamente le proprie attività e che rappresenta, anche in Toscana, un settore strategico per l’economia locale”.

Tra le molteplici attività di controllo sono risultate particolarmente significative quelle svolte nell’entroterra toscano dove gli ispettori della Capitaneria di Porto di Livorno, presso un deposito all’ingrosso gestito da cittadini cinesi, hanno rinvenuto oltre 1.000 chilogrammi di prodotti ittici scaduti pronti per essere messi in commercio e 555 chilogrammi di alghe, destinate alla ristorazione, risultate prive delle informazioni che ne indicassero la corretta provenienza.

Di altrettanto rilievo le attività svolte in sinergia con il personale sanitario del Dipartimento di Prevenzione e Sicurezza Alimentare, alla luce di un protocollo d’intesa tra la Direzione Marittima di Livorno e la Regione Toscana, stipulato per la prima volta nel 2019. 

Tra queste quelle eseguite presso due ristoranti di Prato e di Carrara dove, oltre alla mancanza dei requisiti di tracciabilità degli alimenti, sono state riscontrate gravi carenze igienico sanitarie in violazione della vigente normativa che tutela la salute del consumatore. L’Autorità sanitaria, in entrambi i casi, viste le gravi non conformità riscontrate, ha disposto la chiusura immediata degli esercizi commerciali fino al ripristino delle condizioni di idoneità alla detenzione e alla vendita di alimenti.

I militari della Guardia Costiera hanno anche passato al setaccio le celle-frigorifero di un ristorante di Prato rinvenendo esemplari di granchi cinesi vivi appartenenti alla specie esotica altamente invasiva ‘eriocheir sinensis’. Considerato il potenziale pericolo per l’ambiente e l’ecosistema nei casi di introduzione accidentale o volontaria del granchio cinese nelle acque marine e fluviali, oltre che il rischio per la salute del consumatore in caso di consumo, i crostacei sono stati posti sotto sequestro e il titolare della pescheria è stato denunciato alla procura di Prato.

L’intensa attività, iniziata all’inizio del mese di Dicembre, proseguirà per tutte le festività natalizie.


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Operazione "Senza traccia" - Capitaneria di Porto di Livorno
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