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Cronaca lunedì 06 settembre 2021 ore 18:48

Strage Viareggio, le motivazioni della Cassazione

I giudici sulla prescrizione del reato di omicidio colposo: "La regola di rallentare i treni in stazione è stata introdotta dopo l'incidente"



ROMA — I giudici della Corte di Cassazione hanno reso note le motivazioni della sentenza del Gennaio scorso sulla strage di Viareggio (vedi qui sotto gli articoli collegati), lo spaventoso incidente ferroviario che, il 29 Giugno del 2009, costò la vita a 32 persone, uccise dall'esplosione di un carro cisterna pieno di gpl che faceva parte di un treno merci deragliato mentre transitava nell'area della stazione.

I giudici hanno concordato con i giudici della Corte di Appello di Firenze che una corretta manutenzione del carro cisterna avrebbe avitato la tragedia. Ma su altri punti il loro verdetto ha profondamente riformato la sentenza di secondo grado.

In particolare i giudici hanno ritenuto che, nel caso delle vittime della strage di Viareggio, l'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro non possa essere applicata al reato di omicidio colposo perchè le persone che hanno la vita non sono assimilabili a un lavoratore e dunque non può essere riconosciuto il rischio lavorativo.

Secondo i giudici inoltre la regola che prevede che i convogli rallentino la velocità fino a 60 chilometri all'ora durante il passaggio all'interno delle stazioni è stata introdotta dopo la strage di Viareggio e quindi, sulla base di questo dato di fatto, a loro avviso viene meno l'aggravante della violazione delle norme per la sicurezza sul lavoro, facendo scattare la prescrizione del reato di omicidio colposo.

"La circostanza che successivamente all'incidente, per treni trainanti carri cisterna, sia stata disposta la riduzione della velocità di attraversamento delle stazioni a 60 chilometri all'ora non dimostra la preesistenza di un'analoga regola - hanno scritto i giudici - non essendo stato accertato che ciò rispondesse a un orientamento preesistente e anzi apparendo evidente la natura meramente precauzionale della misura".

"La condotta che avrebbe potuto evitare l'evento e che fu accertata dopo l'incidente - si legge ancora nella sentenza - è stata confusa dalla Corte di appello di Firenze con quella che il sapere disponibile avrebbe dovuto suggerire agli operatori del settore prima del verificarsi del disastro".

I familiari delle vittime della strage, che da 12 anni lottano per avere giustizia, hanno sottolineato che i giudici della Cassazione hanno diffuso le motivazioni del loro verdetto dopo ben 8 mesi, riservandosi di valutarle insieme ai loro avvocati.


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