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Attualità martedì 15 giugno 2021 ore 16:45

L'alluvione di Versilia e Garfagnana, 25 anni dopo

L'alluvione di 25 anni fa
L'alluvione di 25 anni fa
Foto di: Consiglio regionale della Toscana (screenshot)

Era il 19 Giugno 1996 quando la furia delle acque porovocò devastazione causando la morte di 14 persone. Oggi quei fatti divengono una mostra



STAZZEMA — L'alluvione di Versilia e Garfagnana, 25 anni dopo. Era il 19 Giugno 1996 quando la furia delle acque porovocò devastazione causando la morte di 14 persone. Oggi quei fatti divengono una mostra diffusa che ha lo scopo di ricordare l'evento e le vittime. L'esposizione, firmata dagli artisti Gennifer Deri e Michele Pardini e curata da Lorenzo Belli, si tiene tra Stazzema (18 giugno-11 luglio), Seravezza (18 giugno-11 luglio), Forte dei Marmi (8 giugno-1° agosto) e Pietrasanta (19 giugno-11 luglio).

Il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo ricorda quella tragedia inattesa: “Io stavo per arrivare in Toscana, poche settimane dopo avrei iniziato il mio percorso universitario a Pisa e mi colpirono profondamente le immagini che si videro in tutta Italia. Ho voluto ricordare il 19 Giugno, i 14 morti, le popolazioni colpite. All’epoca si pensava che fosse un evento unico, occasionale, in realtà i cambiamenti climatici ci hanno detto con forza che purtroppo dobbiamo investire sempre di più contro il dissesto idrogeologico, mettere risorse vere, importanti perché quello che è accaduto non accada mai più”.

L’ex vicepresidente del Senato e all’epoca presidente della Regione Toscana, Vannino Chiti, torna con la memoria a quelle ore drammatiche: “Fu un evento che anticipò la vicenda degli uragani nel nostro Paese. Non registrato altrove, non uguale a 3, 4 chilometri di distanza. Noi trasferimmo lì un ufficio della Regione, poi decidemmo insieme ai sindaci di usare per i primi rimborsi l’autocertificazione, per quelli che avevano le case danneggiate. E fissammo un obiettivo, facciamo prima di quanto fanno in Germania, dove ci mettevano due mesi”.

Il subcommissario per la ricostruzione era Paolo Fontanelli: “La Regione si misurò con quella sfida in maniera innovativa. Noi aprimmo un ufficio straordinario a Pietrasanta, portando lì alcuni dei dirigenti migliori. Diventò un punto di riferimento che permise di portare avanti un processo di ricostruzione molto complicato, in relativamente poco tempo. Un processo di partecipazione democratica che dimostrò di funzionare molto bene. Per la prima volta in Italia si parlò di una bomba d’acqua, che ebbe un effetto distruttivo perché provocò le frane dei castagneti abbandonati. Poneva questo problema, che la montagna, il territorio, se non è curato, può diventare un pericolo”.

In prima linea in quei giorni drammatici c’era il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona: “Rimane una ferita aperta perché la nostra comunità in quell’alluvione ha perso 14 cittadini, quindi il primo pensiero va ai familiari delle vittime e alle vittime. L’alluvione è stata un’esperienza nella ricostruzione del territorio estremamente positiva, tant’è che è diventata un modello. 250 milioni di euro spesi bene per la messa in sicurezza dell’asse fluviale del fiume Versilia".

Ricorda con “drammatica chiarezza” quei momenti il consigliere regionale Mario Puppa, allora giovane amministratore: “Ringrazio Chiti e Fontanelli per come hanno operato. Quella tragedia fu anche l’occasione per incontrare la Regione e capii quanto l’Istituzione era vicina ai territori”.


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