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giovedì 28 marzo 2024

VERSI-AMO — il Blog di Chi mette al centro la persona

Chi mette al centro la persona

Il blog è curato da un comitato tecnico-scientifico costituito da Carmen Talarico, scrittrice, poetessa e docente, Federica Giusti, psicologa e psicoterapeuta sistemico-relazionale, Ilaria Fiori, avvocata, Maria Cristina Cavallaro, psicologa e psicoterapeuta, PHD Neuroscienza Mediatrice ADR, Sara Tosi, naturopata, Renata Otfinowska, illustratrice e grafica, Lina Talarico, docente. Le professioniste condividono la cura della parola per un rinnovato sguardo aperto allo stupore. Mettere al centro la persona coltivando i semi della Pedagogia, della Psicologia, del Diritto, della Naturopatia e dell’Arte, versando parole di amore e gentilezza.

Il "verso" che muta il verso dell'andare

di Chi mette al centro la persona - lunedì 21 marzo 2022 ore 07:30

Mettere al centro la persona vuol dire prendersi cura anche della parola.

Il 21 marzo si celebra la Giornata Mondiale della Poesia, istituita nel 1999 dalla XXX sessione della Conferenza Generale dell’UNESCO. È un anniversario importante, perché si riconosce all'espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturale, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace.

La Giornata Mondiale della Poesia è successiva all’equinozio di primavera, metafora della luce e della rinascita. Quest’anno assume un valore altamente simbolico, soprattutto in considerazione degli eventi bellici in corso.

Le nostre vite, talvolta, sono illuminate da costellazioni che tracciano la mappa del nostro cammino; si tratta di accadimenti storici, eventi personali e incontri che ci portano ad esclamare: «Sono senza parole!».

Quel «Sono senza parole!» si trasforma in luci ed ombre, incisione che si fa crepa nelle nostre fragilità che ci restituiscono il volto di un funambolo dall’andatura barcollante e, non di rado, un daltonismo emotivo e percettivo.

Gli eventi bellici delle ultime settimane ci mostrano da una parte la cura della parola attraverso l’informazione dei giornalisti, dall’altra parte la lesione dei diritti e delle libertà attraverso le dure immagini che vediamo nei tg e nei reportage.

La parola mediata tesse flebili rapporti internazionali e ridisegna territori interiori e geografici.

In quel «Sono senza parole!» risuona lo sciabordio del silenzio che si muta nella necessità di custodire la parola delicata, la parola di pace.

Il campo educativo è il terreno naturale e fertile per gettare i semi dell’educazione alla pace e, seguendo il processo evolutivo, aiutarli a germogliare per essere costruttori di pace con atti di gentilezza e fiducia giorno dopo giorno e senza sosta. Come giardinieri attenti, gli educatori accolgono i brividi dei germogli in crescita e, al contempo, i trilli del turbamento e la paura nello sbocciare, soprattutto se il vento nell’esplorare soffia forte e il coraggio vacilla.

Un mosaico educativo che dà voce all’unicità e alla centralità del bambino/ragazzo/giovane e che tesse la tela dei loro diritti con il colore del rispetto. La Poesia, in questo, è Maestra.

Carmen Talarico

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