Questo sito contribuisce alla audience di 
QUI quotidiano online.  
Percorso semplificato Aggiornato alle 07:00 METEO:VIAREGGIO23°33°  QuiNews.net
Qui News versilia, Cronaca, Sport, Notizie Locali versilia
lunedì 30 giugno 2025

RACCOLTE & PAESAGGI — il Blog di Marco Celati

Marco Celati

MARCO CELATI vive e lavora in Valdera. Ama scrivere e dipingere e si definisce così: “Non sono un poeta, ma solo uno che scrive poesie. Non sono nemmeno uno scrittore, ma solo uno che scrive”.

La scadenza

di Marco Celati - domenica 29 giugno 2025 ore 08:00

Se tutto va bene e va come deve andare fra dieci anni morirò. Come incipit è forte, ma non è una buona notizia da dare e oltretutto potrebbe avvenire anche prima, per chissà quali circostanze. Però, salute permettendo, quello che mi hanno messo nel cuore ha una scadenza ed è quella. Più o meno. E dato che l’organo cardiaco, nonostante l’operazione e due cardioversioni elettriche, ha ripreso allegramente a fibrillare, ci sta meno che più. Il mio cardiologo dice di più, ma i cardiologi, è noto, se si escludono le diagnosi, non brillano per pessimismo. Per non parlare dei cardiochirurghi: positivi e interventisti di professione. Fra dieci anni sarò troppo vecchio e malandato per un nuovo intervento. Dieci anni sono due tornate amministrative di un Comune, per fare un paragone a portata di mano, e non c’è il terzo mandato. Non sono tanti, ma nemmeno pochi. Solo non è bello sentire battere a vuoto il proprio cuore ed è sfidante e impegnativo sapere di avere una scadenza, come le robe alla coop: consumare preferibilmente entro il 18 maggio 2035. “Best before”, meglio prima. In qualche modo un carpe diem.

Torno spesso su questo leggero e ameno argomento per la gioia dei lettori, stimolando una ginnastica reiterata di gesti apotropaici, ma d’altronde non si può sempre scrivere di pesanti tristezze. Una nota di allegria e di colore ogni tanto mi sia pur consentita.

Per la fibrillazione devono farmi un’ablazione. L’ho detto ai miei figli a cena e il cinico umorista ha chiesto, ti tagliano il pene? L’altro, compassionevole, ha risposto, quella è la castrazione. Tranquilli, mi bruciano solo un po’ di cuore, li ho rassicurati. Sono gemelli, ma eterozigoti e lo spirito è comunque un gene ereditario, una tradizione di famiglia. Sono grandi, ormai. Adulti e sposati, e c’è confidenza. Mi vogliono bene, nonostante i miei demeriti in quanto padre. La meritocrazia anche in quel campo non mi vede fra i suoi più fidi affiliati.

Allora forse, se ce la faccio, pubblicherò su carta una selezione dei mei copiosi scritti online, come lascito. Lo farò per regalo agli amici, e farò un’eccezione alla regola che mi ero imposta di non sprecare cellulosa degli alberi. In articulo mortis, mi sia concesso: nessuno è coerente fino all’ultimo e a nessuno si può chiedere tanto. Continuo a pensare che sarebbe sempre meglio leggere che scrivere, nonostante oggi sembri vero il contrario e purtroppo io non faccia eccezione, né dia buon esempio. Ma pure scrivere, alla fine, non è la peggio a questo mondo.

Scrivere è una passione da sempre e non sempre mi viene bene. È quasi più facile far fronte alla vita, forse perfino governare una città, a quanto mi racconta un amico sindaco, che affrontare una pagina bianca. E vabbè. Facciamo tutti del nostro meglio, a prescindere dal risultato.

Quanto a nostra sorella morte corporale -per dirla con Francesco, e, anche se non credente, confidando in frate Leone, pecorella di Dio, che gli sia davvero seguace- ne ho paura, come tutti e di più. Mi atterrisce l’idea di non rivedere e non essere più niente e soprattutto temo il male. Mi spaventa il dolore e prego mi sia risparmiato, sarebbe un mio diritto finire con dignità e senza sofferenze estreme. Che sorella morte non mi faccia male. Sia civile. E Dio se non c’è, mi perdoni lo stesso. Che non vada da solo, ma in presenza dei cari. E qualcuno a tenermi per mano. Anche questo lascio scritto. Che sia un lungo addio e un grande sonno, come in letteratura.

Ospedale Lotti, accettazione, un paziente anziano deve riempire un documento: l’autorizzazione per un intervento.

- Firmi qui, cortesemente.

- Come?

- La sua firma, in fondo alla pagina.

- Dove? Qui? Scusi sa, non ci vedo tanto bene.

- Mi lasci un numero di cellulare, per favore.

- Il cellulare?

- Sì, il cellulare.

- Ecco.

- Chi risponde a questo numero?

- Io, quando lo sento.

- Perché?

- Perché vedere, vedo poco, ma sentire ‘un sento niente!

- Allergie a farmaci?

- Che?

- È allergico a qualcosa?

- Ai dottori.

Ecco la vita, la resistenza che le dobbiamo. Vivere e morire, è difficile imparare. Ma che non sia “il trionfo della morte”, quello lasciamolo generosamente ai pisani, al Campo Santo. D’altronde se il pittore, si chiamava Buonamico Buffalmacco, oltretutto fiorentino, ci sarà una ragione.

Marco Celati

Pontedera, Giugno 2025

_______________________

P.S. Nel testo si fa uno spregiudicato riferimento al Cantico delle creature e ai Fioretti di San Francesco d’Assisi e si zibaldoneggia con i tempi odierni.

Giorgio Conte, “Questo vivere”. Ringrazio l’amico Toni per la segnalazione

https://youtu.be/YFbBmDoUWaM?si=i8OOrouFgyVZDKJZ

Nell’immagine: “Il trionfo della morte”, particolare, Buonamico Buffalmacco, Campo Santo di Pisa

Marco Celati

Articoli dal Blog “Raccolte & Paesaggi” di Marco Celati