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giovedì 09 ottobre 2025

SORRIDENDO — il Blog di Nicola Belcari

Nicola Belcari

Ex prof. di Lettere e di Storia dell’arte, ex bibliotecario; ex giovane, ex sano come un pesce; dilettante di pittura e composizione artistica, giocatore di dama, con la passione per gli scacchi; amante della parola scritta

Facile profezia

di Nicola Belcari - giovedì 09 ottobre 2025 ore 08:00

La nostra “città” è al tramonto. È un vano avviso, inascoltato, comunque inutile, quello di Cassandra ormai nascosta o schiava da qualche parte. Secondo la profezia. Ma questa civiltà del sole morente che perisce vuole, come Sansone coi Filistei, tirarsi tutto e tutte le altre dietro?

È l’annuncio dell’ultima Sibilla, l’Oracolo di Norcia, dalla grotta appenninica? È la rivolta della Terra. La sacerdotessa di Proserpina con un lungo e doloroso lamento ispirato da acque mefitiche, vapori vulcanici, somigliante al frusciare di foglie secche di quercia, incolpa la superbia umana e rivela lo sdegno degli dèi.

Né apparizioni di creature fantastiche nel cielo, né di animali ibridi, incroci abominevoli tra terra e mare preannunceranno gli eventi. È già in atto…?

Il terreno si screpola sotto il sole cocente, gli argini smottano fradici sotto acquazzoni sferzanti e improvvisi, movimenti sotterranei increspano profondità ignote. Venti violenti scuotono le fronde che accolgono i nidi di tortora, sbattono le felci, seccano alghe, scoprono funghi mortiferi. Gli animali si rifugiano nelle tane.

Innumerevoli aerei traversano il cielo da un continente all’altro in un intreccio incessante e pazzo. Navi grandi come paesi solcano i mari portando scatoloni arrugginiti di ferro sudicio con merci, topi, virus, insetti malefici, parassiti odiosi. Viaggi scriteriati.

Abbiamo creduto di poter vincere la morte? Incatenare Thanatos con i prodigi della tecnica? È stata un’illusione.

Una zanzara può uccidere un uomo.

Continuiamo ad abbaiare alla luna. Un essere minuscolo al punto di essere invisibile getta nel panico il mondo intero.

Non saranno mostri alieni di un altro pianeta a decretare la fine. La Terra rigurgita i nostri veleni sparsi senza giudizio, specie animali scompaiono, mentre le peggiori vinceranno la guerra contro di noi, perché non contano i loro morti. La disgraziata specie a cui apparteniamo soccomberà e l’ultimo degli umani insepolto sarà divorato da esseri immondi, insetti obbrobriosi, famelici roditori. In attesa si fanno guerre, eccidi, massacri per soldi. Banconote senza un proprietario saranno rosicchiate dai topi.

C’è qualcosa di profetico in ciò che accade? Nessuna arcana rivelazione. Che non sia nella natura delle cose. È il presagio di una rovina? Per la mia casa, il mio orto, il mio corpo? Il “mio” (ma non c’è più niente di mio) mondo invece è ancora in tempo? Per la salvezza. Potrà dalle ceneri o sul vecchio ceppo di questo nascerne uno nuovo? Migliore?

La profezia della fine, di sicuro, è quella della mia. Un destino personale. Un passo necessario. Perché ancora troppo sofferenze non ci sono risparmiate nonostante il Progresso? Sofferenze di altri e forse nostre.

Un piccolo graffio lascia una ferita che non guarisce. Ecco il segno.

Nicola Belcari

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