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giovedì 12 dicembre 2024

PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

Dragonheart

di Libero Venturi - domenica 07 febbraio 2021 ore 07:30

Comunque così non va bene. L’Italia ha bisogno di stabilità! Non si può essere costretti ogni volta a cambiare il testo degli articoli da mandare in stampa, aggiungendo all’ultimo momento punti interrogativi di doverosa cautela. Verrebbe voglia di buttarla sul tempo, sul clima, la scomparsa delle mezze stagioni e altri temi evergreen. Oppure, ad averne il livello, fare come Scalfari che disserta dell’io davanti alla morte, argomenti che, purché non si escluda una robusta ravanata apotropaica, riscuotono sempre un gradevole successo. Insomma, dopo il Conte uno e il Conte bis, con l’amico e compagno Ivanoe, eravamo già pronti a intonare come Bocelli “Con-ter partirò” ecelebrare la saga infinita “Conte reloaded” e invece no! È arrivato “Dragonheart” o “Super Mario”, decidete voi. Ma si può andare avanti così?

Riavvolgiamo il nastro: dopo il fallimento del buon Fico, fatto un sol boccone da Renzi, il Presidente della Repubblica ha assunto la saggia e motivata decisione di non farci andare alle elezioni anticipate nel pieno della crisi pandemica, economica e sociale -e speriamo non vaccinale- che investe il paese e con il Recovery Plan ancora da presentare all’Europa. Il Capo dello Stato, prendendo atto della definitiva caduta del Conti bis, ha prospettato «un governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica» e ha convocato l’ex numero uno della Bce, Mario Draghi, per affidargli l’incarico di costituirlo. Si è quindi appellato alla fiducia di tutte le forze politiche presenti in Parlamento e speriamo che l’appello sia ben riposto. Del resto le forze politiche non ci fanno una gran figura: né gli oltranzisti del “Conte o morte”, né Renzi, il guastatore, che pure porta a casa il risultato e nemmeno un centro destra di incerto profilo programmatico. Meglio Draghi, di gran lunga, anche stante i tempi e la situazione.

Ormai eravamo già pronti a sostenere che alla fine tutto cambia perché tutto resti immutato. Perché se cambia davvero è peggio. E io avevo già scritto che a noi gattopardi del terzo millennio Giuseppe Tomasi di Lampedusa ci fa un baffo. «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi» dice Tancredi, nipote del Principe di Salina, nel romanzo "Il Gattopardo", premio Strega 1959. La differenza fra Tomasi e noi è che lui, oltre che scrittore, era nobile, addirittura un principe, mentre noi siamo del popolo, oltre a non saper scrivere. E la nostra sembra piuttosto una variante peggiorativa della formula gattopardesca: bisogna che niente cambi perché tutto resti immutato.

Letterato di complessa personalità Tomasi di Lampedusa fu un personaggio taciturno nonché solitario e trascorse gran parte del suo tempo nella lettura. Ricordando la propria infanzia scrisse: «ero un ragazzo cui piaceva la solitudine, cui piaceva di più stare con le cose che con le persone». E si capisce. Oddio, dipende anche dalle cose che si hanno e pure dalle persone che si frequentano, ma insomma come dargli torto, alle volte? Un principe disincantato e trasformista, machiavellico anziché no, quello evocato dal Gattopardo. Principe per caso, lo scrittore Tomasi.

Intanto, mentre aumenta la preoccupazione per i ritardi di consegna del vaccino anti Covid che allungano i tempi già lunghi del conseguimento dell’immunità di gregge, secondo i sondaggi rimane invariata la percentuale del 25% della popolazione italiana che è contraria al vaccino. Il popolo testardo e sovrano! Verrebbe da dire una volta di più: che vale affannarsi. Verrebbe da pensare ancora una volta: amo l’umanità, è la gente che non sopporto.

L’Ungheria si rivolge alla Russia di Putin ed ordina il vaccino Sputnik, ancora non approvato dall’Agenzia europea per i medicinali. E anche la Germania butta un occhio oltre l’ex cortina di ferro, come la chiamò Churchill, però userà lo Sputnik quando sarà regolarmente testato. Gli ungheresi no, saranno i primi ad utilizzarlo. È vero che la Russia non è più l’Unione Sovietica, ma, ricordando l’invasione dei carri armati mandati da Nikita Krusciov nel 1956 a sopprimere la Repubblica Popolare d’Ungheria di Imre Nagy, viene da sorridere pensando all’invasione in terra magiara del vaccino russo. Alla fine meglio così. Del socialismo nei due paesi rimane poco o nulla, se non addirittura il suo contrario. Chissà che vaccini, che purghe o che modelli devono essere stati usati!

Frattanto in Russia l’oppositore Navalny, fresco di avvelenamento, è in carcere e i suoi sostenitori manganellati. In Birmania un colpo di stato dell’esercito ha deposto e arrestato il Consigliere di Stato, Aung San Suu Kyi, già Nobel per la pace, nonostante l’eccidio della minoranza Rohingya. In Egitto Patrick Zaky è ancora in galera. Ad Honk Kong la repressione dei dissidenti prosegue e così quella della Cina contro gli Uiguri, la minoranza musulmana dello Xinjiang. Per non parlare della Turchia di Erdogan. Negli USA ennesima aggressione della polizia: questa volta contro una bambina nera con problemi psichici. E sono solo alcuni esempi elencati a caso. Le violazioni delle libertà e dei diritti sono altre pandemie che ammorbano un mondo privo di uguaglianza.

Insomma, siamo stati smentiti. Draghi, secondo un sondaggio, come governatore ha la stessa popolarità di Conte. E vedremo se riuscirà a risolvere il mistero dell’ingovernabilità dell’Italia e magari anche quello della sparizione dell’economista keynesiano Federico Caffè di cui fu giovane allievo. Alla Bce è stato bravo e per nulla succube delle potenze finanziarie e conservatrici europee. Ha difeso l’Europa e l’euro di fronte agli attacchi speculativi. E anche il nostro amato paese: our beloved country. Saremo forse anche più rispettatati o almeno compresi a livello internazionale perché avremo finalmente qualcuno che parla bene l’inglese. Che ha introdotto il «quantitative easing» immettendo liquidità nel mercato e teorizzando il «deficit spending» contro lo sterile rigorismo europeo. Che dice «whatever it takes», qualsiasi cosa serva, costi quel che costi, come fece per salvare l’euro, pronunciandolo perfettamente come lo cantano gli Imagine Dragons nell’omonimo brano rock. Che dice «ask my wife» a chi gli chiede del suo futuro. E non storpia «first reaction shock because» come Renzi per la Brexit. A Propaganda Live, in tivvù, Zoro ci s’è fatto d’oro: il refrain è stato messo in musica, persino in una melodica versione al piano di Memo Remigi.

Italia Viva, a proposito, si sposterà sul centro destra già molto affollato? E il centro destra che farà, si sposterà al centro? Vedremo. La sinistra più a sinistra appoggerà Draghi o lo accosterà ai poteri forti e finanziari del liberismo europeo e mondiale? Vedremo. Il PD certo sosterrà: siamo nati per sostenere. In dubbio saranno i 5Stelle che, avendo al loro interno tutto l’arco politico, non sapranno, al solito, da che parte andare. Oltre all’irresponsabilità di chi ha aperto la crisi e all’incapacità di chi non ha saputo risolverla, il vero problema sta nelle indecisioni e nei contrasti di coloro che, più e meglio -ovvero peggio- rappresentano l’incertezza del paese, il livore anti casta e anti sistema, il giustizialismo, l’esasperato populismo, la diffidenza anti europea. È nel paese il problema del paese. E, in un rapporto di causa effetto, la crisi della sua classe politica e dirigente. Maggioranza divisa e opposizione disunita. C’è qualcosa che tiene insieme la politica italiana? Emblematico il nome del gruppo parlamentare moderato, erratico ed aperturista di centrodestra, “Idea-Cambiamo”: invertendo l’ordine degli addendi il risultato cambia e anche la direzione. In piedi davanti a un malinconico tavolino nella piazza di Palazzo Chigi, Conte si è congedato con un richiamo unitario che gli fa onore. Magari alla fine con Draghi ci staranno in tanti e ci sarà pure l’imbarazzo della scelta o quello della convivenza. Capace ci vorrà il distanziamento sociale. Vedremo e chi vivrà vedrà. Che, detto in tempi di grave pandemia, sembra già un manifesto programmatico. Buona domenica e buona fortuna.

Pontedera, 7 febbraio 2021

Imagine Dragons: “Whatever it takes” . In impostazioni su YouTube, attivare i sottotitoli in inglese.

Libero Venturi

Imagine Dragons - Whatever It Takes

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