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giovedì 12 dicembre 2024

PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

Vaxzevria

di Libero Venturi - domenica 11 aprile 2021 ore 07:30

Per Aspera ad Astra...Zeneca. L’ho già scritto, ma devo ripetermi. La cronaca me ne dà, se non ragione, almeno motivo. Il cammino del vaccino anglo-svedese continua ad essere aspro ed irto di ostacoli. Anche se ora è stato ribattezzato “Vaxzevria”, nome se non proprio impronunciabile, alquanto difficile e sinistro. Ha un che di Valchiria, vaccinata e zebrata: la Cavalcata delle Vaxzevrie. Ma torniamo a noi. Prima la défaillance dovuta alle insufficienti capacità produttive dell’azienda farmaceutica. Poi i ritardi “interessati” delle consegne rispetto agli impegni presi con la Comunità Europea e tutta la vischiosa problematica dell’import-export. Infine le contraddizioni delle controindicazioni. In un primo tempo è stato sconsigliato alle classi di età più anziane e, anche per questo motivo, distribuito a categorie sociali di mezza età e di medio-alta casta, non senza qualche ragione. Ora, per principio di precauzione, è invece sconsigliato ai cittadini sotto i sessant’anni, specie alle donne, per gli episodi di trombosi che si sono verificati. Effetti collaterali puntualmente inseriti nel bugiardino che però, nonostante ciò che ci viene scritto, continua a chiamarsi così. Ma questo riguarda ogni farmaco. Ovviamente la quantità dei decessi -non tutti rapportabili con certezza al vaccino- è comunque bassissima rispetto alla forte crescita percentuale dei vaccinati e l’Ema garantisce per l’ennesima volta la sua sicurezza, ma uno non può fare a meno di chiedersi: e io che numero percentuale sono?

Comunque i numeri dei morti della pandemia sono impressionanti in Italia. E non solo. Meglio non scegliere come morire, con questo virus non c’è partita. Finché si può è preferibile scegliere di vivere. Dice, ma te che discorri, lo faresti il vaccino Astra Zeneca, ancorché sotto nuovo nome? Certo che lo farei, rispondo. Me lo farei inoculare, anche se è veramente brutto a dirsi. E anche se mi dicessero: con un calcio negli zibidei passa -magari me lo dicesse uno scienziato- me lo farei dare. Uno più uno meno, almeno questo sarebbe per una buona causa. La mia e non solo. Un piccolo calcio per un uomo, un grande calcio per l’umanità. Lo so, lo so, l’esempio è maschilista, ma non sono quel fascista di Erdogan e io una seggiola alla compagna Ursula gliela facevo trovare. Anzi la meglio, quella coi braccioli e lo schienale comodo. E se ero Charles Michel, col cavolo che mi sedevo. A costo di restare in piedi, come uno stoccafisso, come nel gioco che si faceva fra ragazzi e ragazze alla fine improvvisa della musica, girando intorno alle sedie, per prendere confidenza prima di ballare. Oppure accomodarmi io sul divano, magari alla turca, l’ottomana o “sommier” che dir si voglia, che deriva dal francese “bestia da soma”, stessa etimologia di somaro. Chissà perché.

C’è da dire che l’Astra Zeneca è un vaccino a vettore virale che utilizza una versione modificata dell’adenovirus dello scimpanzé e noi dalle scimmie, tutti -chi più chi meno- discendiamo. È risalire che è un problema. Vaxzevria non richiede temperature eccessivamente basse per conservazione e trasporto ed è di origine pubblica: l’Università di Oxford ne ha sviluppato la ricerca, rinunciando ai diritti e anche per questo costa poco, meno degli altri di origine privata. E forse anche per questo finisce sempre, guarda caso, sotto i riflettori. Dei problemi degli altri conosciamo meno, chissà come mai. È vero che costando poco è molto diffuso, ma questo vale principalmente per l’Inghilterra e l’Europa. In America del Moderna e del Pfizer -ancorché Biontech- che si sa?

C’è anche da dire che se siamo, come siamo, la patria di Leonardo -a cui lo sceneggiato tivvù fa fare una parte meschina e fantasiosa, restando palloso uguale- ma che invece era un genio vero, come tanti scienziati e artisti che hanno fatto grande questo Paese e il mondo, non si capisce perché siamo rimasti indietro nella ricerca. O forse si intuisce che in detta ricerca ci si è speso poco o male. Pubblico e privato. Ora sembra che stiamo recuperando e per la prossima pandemia, che certo non ci auguriamo -come nessuno si aspettava l’Inquisizione Spagnola, eppure venne- il vaccino ce lo facciamo da soli. Made in Italy, magari con flaconcino artistico, griffato Armani. Per dirne uno.

Le opere di misericordia corporale, ispirate dal Vangelo e illustrate dal Caravaggio, a proposito di artisti, sono sette. Nell’ordine: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi -noi li avevamo al Villaggio Gramsci-, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati e seppellire i morti. Ecco, nel mondo nuovo e pandemico, prima di seppellire i morti -molto prima- andrebbe aggiunta un’altra opera: vaccinare gli anziani e le persone fragili. Diventano otto, Regioni, Stato e mercato permettendo. Non tornano più con le sette opere di misericordia spirituale, ma magari ci penserà la Chiesa a far quadrare i conti: anche un’opera spirituale in più potrebbe non guastare, visti i tempi.

Quanto al vostro scrivente, scrittore o scrivano, sottoscritto, sono a mia volta iscritto al vaccino come riservista. A causa delle dosi esaurite, in Toscana e non solo. Per la verità l’avevamo aperta la finestra relativa alla prenotazione con il calendario. La voce, avara e scarna di indicazioni, diceva: prenotarsi in uno dei giorni liberi. Non specificava contrassegnati in azzurro: per carità, un inutile spreco di vocaboli in questa epoca illuminata ed iconica! C’erano due date in azzurro: sabato e domenica. Abbiamo pensato: ma è perché sono Sabato Santo e l’ancor più Santa Pasqua e ancorché laici, in religioso rispetto, non le abbiamo cliccate. Così, provando gli altri giorni in chiaro e non ottenendo alcun risultato, abbiamo pensato ancora: chiudiamo e riapriamo la pagina. Gli scienziati informatici fanno così: forse l’intelligenza artificiale difetta o è andata momentaneamente in blocco per eccessivo affaticamento. Una gara di intelligenze sopravvalutate. Il tempo di chiudere e riaprire la pagina e le due date azzurre, evidentemente le ultime rimaste, erano sparite. Fessi si nasce e vivendo si peggiora. Così sono riserva.

C’è da dire che un tempo giocavo titolare, all’attacco, e ora sono in panchina. Il destino di un uomo. Se mi chiamano devo essere pronto, già sbracciato e smanicato, al Palazzo Blu -evocativa come destinazione- entro mezz’ora. Sanno che mi traccheggio: la sanità personalizzata. Ancora non mi hanno chiamato, ma la verità, per quanto mi riguarda, è che sarebbe in preparazione un DPCM a firma Draghi che -sentiti l’EMA e l’OMS, stante la carenza dei vaccini e i dubbi relativi ad Astra Zeneca- dichiara che i nati nel maggio del 1950, anno del Signore, saranno da considerarsi immortali agli effetti del Coronavirus. Buona domenica e buona fortuna.

Libero Venturi

Pontedera, 11 aprile 2021

Libero Venturi

Articoli dal Blog “Pensieri della domenica” di Libero Venturi