Uomini & zanzare
di Libero Venturi - domenica 30 giugno 2019 ore 07:00
Di uomini e topi si era già sentito e c’è letteratura. Di uomini e zanzare, meno. Ieri notte una zanzara ha turbato più volte il mio sonno, pinzandomi, approfittando della calda notte d’estate e ha continuato imperterrita anche nel fresco mattino, nascondendosi poi, vigliacca, alla mia vista e alla mia ira. È la natura che, come sappiamo, è matrigna -stronza, alle volte- e ci fece all’affanno. Da ciò si deduce che uomini, intesi come razza umana e zanzare, intese come famiglia di insetti dell'ordine dei Ditteri con circa 3540 specie, sono poco compatibili tra loro. Dunque, vediamo: facciamo una sorta di bilancio “swot”, analizzando i punti di forza e di debolezza di entrambi.
Le zanzare rompono i coglioni, questo è certo ed assodato. Ci succhiano il sangue; lo fa anche il fisco, se per questo, e non sempre nella giusta misura. Anche se è bene che chi più ha, più concorra alla spesa pubblica. Ma questo non giustifica le zanzare. Né certi governi. Specie questo. C’è un libro di William Faulkner che s’intitola “Zanzare” e “La zanzara” era il giornale studentesco del Liceo Parini di Milano che negli anni sessanta pubblicò un articolo sulla sessualità degli studenti che provocò scandalo. I suoi redattori furono denunciati e processati. Oggi sarebbe roba da educande.
Nostro Signore, sempre ammesso che esista, avrà creato le zanzare per il piacere di creare - nessuno è più creativo di lui- e anche per dare da mangiare agli uccelli, di fatto: alcuni tipi, le rondini ad esempio e poi forse alle tarantole ed altri animali insettivori. Lasciamo stare le tarantole che è meglio: sono ghiacce al tatto, come i rettili, fanno effetto in casa o sui muri e le cacciamo, però sarebbero innocue e utili, a proposito di zanzare. Compaiono nelle “Metamorfosi” di Ovidio, episodio della dea Cerere, sono servite a “Palomar” di Calvino e ad un racconto di Tommaso Landolfi, “Le labrene”. Su Qui News ne ha parlato un certo Celati, un altro maldestro e sedicente scrittore della domenica. Ma concentriamoci sugli uccelli. Perché le zanzare non sono tanto utili, ma gli uccelli sì. Danno un significato al cielo con i loro leggiadri voli, ci allietano con i loro canti e cinguettii. A volte ci cacano addosso, ma non sono mucche, per fortuna e forse per questo si dice che porta fortuna quando succede. E soprattutto non lo fanno apposta come invece fanno le zanzare pinzatrici. Gli uccelli, come i gigli del campo, servono da spunto all’evangelista Matteo. “Osservate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi forse più di loro?”. Insomma gli uccelli non producono, non lavorano, più o meno come i disoccupati che quanto ad affanni del giorno ne hanno assai, ma sono creature del Signore. E sono serviti pure a San Francesco che gli volavano addosso perché li amava, come il lupo e tutte le altre bestie del creato, uomini ricchi compresi: “laudato si’, mi’ Signore”. Sempre a proposito di uccelli possiamo citare Aristofane e Hitchcock.
Gli uccelli sono anche serviti alle osservazioni di Leonardo Da Vinci per imitarne il volo. Ci aveva già provato Icaro nella mitologia che si era fatto delle ali di cera che si sciolsero al sole e precipitò. Bisogna essere scemi per usare la cera. Infatti non era un genio come Leonardo, che progettò apparecchi per il volo di ben altri materiali. Se le zanzare servono a nutrire in parte gli uccelli questo, in effetti, rischia di essere un punto di forza a loro favore. Bastava non creare gli uccelli insettivori, farli nutrire di erbe o di altro, ma nemmeno da Dio si può pretendere tutto a questo mondo. Non c’avrà pensato, gli sarà fregato il giusto, gli giravano anche per il peccato originale e ci ha lasciati al dolore del parto, al sudore del lavoro e il pinzo della zanzara francamente era il meno. Anche quello della fastidiosa variante Tigre, inserita nell'elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo. Per non parlare della malarica Anofele e delle zanzare infette del genere Aedes aegypti, responsabili delle infezioni virali di Zika, Dengue e Chikungunya. E questo rappresenta un punto grave a loro sfavore.
Per quanto riguarda l’uomo possiamo dire che si tratta dell’ultimo e più completo prodotto del creato o del ciclo evolutivo. Quello a immagine e somiglianza del Creatore. Il risultato finale dell’evoluzione della specie. Dunque, bene: molti punti a suo favore. E, come certi animali riescono a compiere prestazioni molto superiori alla propria dimensione, così l’uomo è divenuto un essere potente, depositario di una forza, di una scienza e di una tecnologia molto più grandi di sé, della propria iniziale natura di primate intelligente. È un essere pensante che pensa anche se stesso e può farcela a darsi una regolata con sé e con i propri simili, essendo un’essere solitario, ma anche da compagnia. Speriamo si regoli anche con la natura che è sempre stata, consciamente o meno, il suo metro di paragone, l’ambiente con cui ha dovuto fare i conti e ha cercato di adattare ai propri bisogni, adattandosi a propria volta ad essa. In questo equilibrio stanno le sorti degli uomini e della Terra che ci ospita. Perché quando la natura s’incazza diventa un’ira di Dio, anche peggio del peccato originale e della cacciata dal Paradiso Terrestre.
Durante la sua evoluzione l’uomo è sempre venuto a contatto con la zanzara, come con il resto degli animali. Con gli altri ce l’ha fatta, anche troppo, distruggendone molte speci. Ha resistito a bestioni enormi che oltretutto sono scomparsi perché inadatti a sopravvivere agli eventi infausti del cielo e della Terra, ma, come l’uomo, anche la zanzara è stata capace, al pari di molti insetti e dei più piccoli animali, di resistere fino a noi e probabilmente non solo per procurarci fastidio. Capace anzi che se, per qualche cataclisma naturale o sconquasso provocato, sparisse la razza umana, la zanzara resisterebbe, sopravanzandoci. Ma tant’è.
In anni recenti abbiamo provato con mezzi di distruzione di massa, una nostra inguaribile prerogativa, di distruggere zanzare & company con il DDT. Che oggi significa Documento Di Trasporto ed è abbastanza innocuo, dipende solo da cosa si trasporta, ma ieri stava per para-DicloroDifenilTricloroetano. Le maiuscole le ho messe io per far capire il perché della sigla. I chimici, che sono dei saputelloni, danno nomi lunghi e complicati agli elementi che scoprono e poi per forza ci vogliono degli acrostici abbreviativi. Il DDT è stato il primo insetticida moderno, usato nel 1939 contro l’Anofele per debellare la malaria. In Sardegna era endemica e fu in effetti eradicata. Il chimico svizzero Paul Herman Müller, che lo perfezionò come insetticida, fu insignito per questo del Premio Nobel nel 1948. Poi negli anni sessanta, proprio grazie al fatto che l’uomo pensa e ripensa se stesso, si scoprì che il DDT era un possibile cancerogeno. Tra l’altro, secondo alcuni studi, anche nocivo alla riproduzione degli uccelli: assottigliava lo spessore del guscio delle uova. E siccome le zanzare saranno anche fastidiose, ma il cancro è parecchio peggio, il DDT fu vietato in quasi tutto il mondo. Resiste in alcuni paesi dell’Africa e dell’India dove la mortalità per la malaria è più alta di quella per tumore, ma non è un bel modo di ragionare. Nel 2006 l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, avrebbe comunque dichiarato che il DDT, se usato correttamente, non comporterebbe rischi per la salute umana e come strumento di lotta contro la malaria è efficace. Ma meglio astenersene, date retta.
I Comuni nel periodo di incubazione delle larve distribuiscono materiali e forniscono indicazioni utili a contrastare la diffusione delle zanzare e poi passano a irrorare le nostre città e campagne limitrofe con insetticidi a base di piretro o altre sostanze più o meno naturali. Speriamo più che meno perché bisogna chiudere imposte e finestre durante l’irrorazione. E noi d’estate accendiamo sui terrazzi o nei giardini, moccoletti decorativi e pittoreschi a base di citronella o essenza di geranio e smoccoliamo tutte le volte che la zanzara Tigre -detta così per la livrea che per la verità somiglia più a quella di una zebra o di uno juventino- importata e più stronza perché più evoluta, silenziosa e vorace, ci pinza ugualmente senza pietà. E poi ci si gratta. Non resta che questo. È la vita. Conviene farsene una ragione e vivere meglio. Questo è il vero punto a favore dell’uomo. La capacità di adattarsi agli eventi più perniciosi, quali il pinzo della zanzara e il giramento degli zebedei. Buona domenica e buona fortuna.
Pontedera, 30 Giugno 2019
Libero Venturi